Cenni alla storia. Il trucco minerale
Lo sapevi che il trucco minerale risale alle antiche civilta’?
Il trucco minerale, come si può vedere tutt’oggi dai meravigliosi decori che ancora accompagnano i siti archeologici, era già noto ai tempi dell’Antico Egitto, dove Re e Regine erano soliti decorare il proprio viso per esaltare la propria bellezza.
Truccarsi gli occhi era un’abitudine, sia per gli uomini che per le donne: avete presente le meravigliose opere egiziane che potete vedere nei libri o sul web? Osservandole, potrete sicuramente notare che gli occhi, in ogni caso e in ogni luogo, sono sempre e comunque contornati con una linea nera, come oggi facciamo noi donne con la matita. Quella linea nera, quelle decorazioni poste sugli occhi degli antichi egizi, sono realizzati grazie alla malachite, un ossido di rame di colore verde chiaro, che nel Medio Regno verrà sostituita dal Kohl, un minerale di piombo di colore nero, con il quale si usava dare risalto agli occhi.
Le palpebre venivano colorate con minerali di diverse sfumature: per il verde, veniva usata sempre la malachite, sfumata con le dita direttamente sulla palpebra superiore e mista con grassi animali e miele, per assicurare una perfetta aderenza.
Per il trucco degli occhi, anche le donne greche davano molto risalto alla loro linea naturale e, come gli egizi, usavano il kohl per sfumare delle lunghe linee nere. La vera novità delle donne greche è l’uso dell’ombretto. In Grecia, infatti, si usava molto colorare le palpebre, con colori di varia natura. Il blu, l’azzurro ed il verde erano i colori più usati, come si nota anche dai reperti che sono stati ritrovati.
I bordi delle palpebre venivano accentuati con una spessa riga nera delineata con un pezzetto di carbone e allungata leteralmente per far sembrare gli occhi più grandi; gli “ombretti”, ottenuti dalla polverizzazione di diverse sostanze vegetali e minerali, era di vari colori, ma con una netta predominanza di rosso, verde e toni del marrone.
Il trucco degli occhi non poteva dirsi completo senza quello delle sopracciglia, che venivano scurite con antimonio nero e polvere di carbone e allungate al di sopra del naso fin quasi a congiungersi, poiché, secondo i canoni dell’epoca, questo vezzo conferiva carattere al volto e, simbolicamente, anche alla persona nella sua interezza.
Anche le labbra avevano una loro tintura: solitamente si usava il rosso estratto dall’oricello e lo si passava sulla bocca con un apposito pennello.
Nell’antica Roma, così come in Grecia, le donne usavano curare il proprio aspetto con l’aiuto di veri e propri cosmetici.
Inizialmente, le donne romane usavano curare la propria igiene solo con acqua e delicati profumi: era infatti abitudine non appesantire i propri lineamenti, lasciando il viso libero da contaminazioni esterne.
Già i poeti romani non vedevano di buon occhio le donne che usavano truccarsi e, nelle loro poesie, erano soliti deriderle, come può capitare oggi con trucchi troppo eccessivi e poco delicati. Se il trucco veniva usato per camuffare i lineamenti, era considerato non appropriato e, quindi, deriso.
Con gli anni, la libertà delle donne romane crebbe, fino a divenire consueta abitudine l’uso del cosmetico. Le donne facoltose potevano permettersi prodotti adatti alla loro bellezza, mentre le altre usavano ciò che la natura offriva loro in maniera grezza.
Nei recenti scavi archeologici sono stati ritrovati diversi contenitori, che all’epoca servivano proprio per contenere creme e prodotti di bellezza di varia natura. Come in molte altre civiltà del passato, gli occhi erano quelli che ottenevano maggiore risalto.
Le sopracciglia venivano scurite ed allungate, proprio come facciamo oggi, con l’aiuto di un bastoncino sottile su cui veniva posto del carbone o mina di piombo. Gli occhi venivano contornati con un composto speciale, creato garzie alle formiche abbrustolite, che potevano dare l’effetto di un kohl.
Il colore nero era molto usato anche per creare dei piccoli nei finti, molto di moda all’epoca.